OMAGGIO A FRANCO PONTIGGIA
“Conversando di fotografia”
Franco Pontiggia – lo sguardo, lo stile, il pensiero
Martedì 15 marzo 2016 – ore 21
Salone Estense – Palazzo Comunale di Varese – Via Sacco
Nel decimo anniversario della sua scomparsa, nell’àmbito della mostra in atto alla Sala Veratti di Varese “Franco Pontiggia: dai luoghi amati guardando l’Europa” (dal 4 al 26 marzo 2016 con apertura da martedì a domenica ore 9.30-12.30 e 14.00-18.00) viene organizzato al Salone Estense a ingresso libero un incontro con Claudio Argentiero, presidente di AFI, Archivio Fotografico Italiano e con il critico d’arte Fabrizia Buzio Negri.
È un incontro con il pubblico sul tema: “Conversando di fotografia”: specifici gli interventi, sia del critico d‘arte Fabrizia Buzio Negri che introdurrà l’argomento “Fotografia d’arte: talento e ricerca”, sia di Claudio Argentiero che commenterà le immagini più belle tratte dai libri di Pontiggia.
Oggi possiamo parlare di fotografia d’arte come parliamo di pittura e di scultura. L’immagine fotografica è considerata oggi dai critici al pari delle altre discipline di arti visive. Negli ultimi anni sono salite vertiginosamente le quotazioni di mercato dei maestri internazionali. Il panorama si è allargato ed è stato rivoluzionato dall’avvento del digitale che ha sviluppato in modo esponenziale le possibilità di ogni artista. Tutto ciò fa della fotografia una nuova arte della modernità.
Con Franco Pontiggia si parla di fotografie d’arte come risultante dell’espressività, del talento e della fantasia dell’autore, oltre che della sua capacità tecnica. Diversi gli stili grafici: soggetti “particolari”, giochi di luce, cromatismi catturati in momenti di suggestione e via dicendo.
Pontiggia conosceva quello che succedeva nel mondo della fotografia, ma univocamente ha sempre seguito il suo fil rouge, dedicandosi ai I luoghi amati, della “sua” Varese. Il suo mondo era l’avventura del viaggio, non solo in giro per l’Europa, ma soprattutto in quei viaggi della sua mente e del suo cuore. Ovunque egli si trovasse.
Le sue foto sono ancora ora una festa che qualcuno ha voluto definire in qualche misura lievemente pagana, foto che facevano riflettere per acquisire una nuova linfa vitale, per “andar più oltre” guardando ai rapporti umani visti nella loro autenticità. Senza sovrastrutture.