Morazzone (VA) – Palazzo Comunale, Sala Mazzucchelli
“Personaggi, acrilico-plastico”. Opere di Giovanni Femia
dal 6 dicembre al 20 dicembre 2014
Vernissage: sabato 6 dicembre dalle ore 18.00
presentazione a cura di Fabrizia Buzio Negri
Orari: lunedi 15.00-18.00; martedi e giovedi 9.30-12.00;
sabato e domenica dalle 16.00 alle 20.00 con la presenza dell’artista.
Info: 0332 870185 ; 340 9621331 (artista)
Con il patrocinio del Comune di Morazzone
In metafore e simboli, nella duplice dimensione tra l’impulso del gesto e l’astrazione, un mondo visionario insegue personaggi come il Dottor Jekyll o Sancho Panza e, accanto, la trascendenza astratta è allusiva a Ray Charles, Jimi Hendrix, Frida Kalho, Salvador Dalì.
Dopo le esperienze internazionali l’artista di Castiglione Olona Giovanni Femia torna ad esporre nel Varesotto, precisamente a Morazzone nella bella Sala Mazzucchelli del Municipio.
Femia è pittore, scenografo, autore di racconti e di poesie (ha pubblicato due libri di liriche, “16 luglio” e “Promenade”). Classe 1982, della generazione per cui le frontiere sono solo quelle dello spirito, l’artista ha viaggiato in terre lontane, annoverando oltre all’Italia esperienze espositive in Australia, a New York, in Francia, in Iran, luoghi dove ha soggiornato ottenendo ovunque consensi con mostre personali, concretizzando così un curriculum molto interessante per la sua giovane età.
A Morazzone, viene presentata una rassegna di opere recenti dal titolo inquietante “Personaggi, acrilico-plastico”, in un riferimento anche alle tecniche usate.
Scrive il critico d’arte Fabrizia Buzio Negri nel testo per la mostra:“ Talento e un pizzico di follia contraddistinguono le opere in esposizione: un mondo visionario da cui escono “giganti” che catturano la fervida fantasia di Giovanni a suggerire metafore, simboli, analogie, esistenti tra vita vissuta e contemporaneità. Sono una dozzina le opere, tra grandi tele dipinte nella gestualità improvvisa dell’acrilico e piccole tavole in legno con tessere in acetato a taglio laser a formare un mosaico astratto, fermato nel fluire di energie segrete, senza principio né fine.”
Un contrasto apparente tra impulso del gesto e astrazione: vortici espressionisti di un colore fortissimo evocano personaggi come il Dottor Jekyll o Sancho Panza e, accanto, la trascendenza delle composizioni astratte fissano in un ordine apparente lo schema allusivo a Ray Charles, Jimi Hendrix, Frida Kahlo, Salvador Dalì.
“Passaggi veloci/sguardi fugaci/rubo anime/cerco amore”. (“Settembre” dalla raccolta di liriche “Promenade”). Così è Giovanni Femia, artista e uomo.