Il Centro Culturale Augusto Caravati ha organizzato un evento d’arte dal titolo “LA MEMORIA DEL TEMPO” Artisti Varesini cui seguiranno altre mostre d’arte al Centro Culturale di via Assunzione 1, 21100 Varese, Sacro Monte.
Vernice il 3 aprile 2015 ore 18.00
Chiusura il 29 aprile ore 18.00
Orari Merc-Dom. ore 10.00-18.00
Testo critico a cura di Lorenzo Mortara:
La memoria del tempo – Artisti Varesini
E’ per merito di Augusto Caravati, ideatore del Centro Culturale Camponovo del Sacro Monte di Varese, che è stato possibile organizzare questo primo evento artistico che ridà vita a Santa Maria del Monte. Caravati, artista autodidatta, si dedica da anni con serietà, fantasia e creatività all’arte plastica e alla scultura e a lui è dedicata la prima sala dell’edificio ristrutturato.
La creatività e l’immaginazione sono proprietà fondamentali per l’artista, attraverso le quali la sua mente riesce a trasfigurare e ad approfondire stimoli e impulsi intorno a lui e dentro di lui, e oggi sono spada e scudo in contrapposizione a un mondo globalizzato in continuo mutamento e trasformazione, con i suoi nuovi culti e i suoi nuovi miti, come la logica del consumo, la dipendenza da mondi virtuali e l’omologazione di massa. La purezza e la vitalità del sentimento artistico vibrano di ricordi antichi e di istanti misteriosi – fulcro e centro dell’ispirazione –, e stimolano in noi riflessioni intime e approfondite sul concetto di realtà interiore, di passato, presente e futuro, di coscienza e tempo, di razionalità ed emotività, e sul senso della vita e sul destino dell’uomo. Sette linguaggi artistici a confronto, sette diverse vie espressive come multiformi, enigmatici e disincantati viaggi nello spazio-tempo tra pittura, scultura e lavori digitali, tra memoria e fantasia.
Oggi, nei locali suggestivi, lucenti e al tempo stesso arcaici, del ristrutturato Centro Culturale Camponovo – misterioso genius loci –, possiamo osservare sculture, ceramiche, dipinti, collages e installazioni di originali interpreti del mondo artistico contemporaneo: Aldo Ambrosini, Luca Lischetti, Virginia Monteverde, Silvio Monti, Giorgio Robustelli, Vito Scamarcia e Giorgio Sovana.
La memoria del tempo e la ricerca dell’armonia nell’istante che fugge, risuona anche negli scritti di Italo Calvino quando Palomar riflette sulla metafisica dello scorrere, inafferrabile e indicibile, del tempo: – Se il tempo deve finire, lo si può descrivere, istante per istante, e ogni istante, a descriverlo, si dilata tanto che non se ne vede più la fine –. Tuttavia per trovare la strada è necessario prima perdersi, recita un aforisma orientale. Solo così si può arrivare, con la punta dei piedi, sulla vetta del possibile, nel mondo del potenziale e nel golfo dell’immaginazione proprio nel momento in cui il tempo sembra fermarsi.
Le opere che gli artisti qui ci propongono tra finito e infinito, tra immediatezza e lento scorrere del tempo, tra materia e colori, ci permettono di assaporare e contemplare nuove visioni, alternative interpretazioni della realtà, ma per fare ciò occorre fuoriuscire dai binari prestabiliti e ordinari del tempo e dello spazio.
Nella dimensione atemporale e di un altrove, che risulta Non corporeo né incorporeo; non da né verso; il punto fermo là è danza, ma non arresto né movimento. E non chiamatelo fissità il luogo dove passato e futuro sono uniti (“La Terra desolata”, Thomas Eliot) il viaggio si intraprende come un’antica arte. E viaggiare con il proprio spirito e la mente aperta e ricettiva in questa fortezza medioevale, palazzo, labirinto e giardino, nel tempo degli artisti, ci fa partecipi della loro continua ricerca – aspirazione e inquietudine –, tese a lasciare un segno, un messaggio dentro di noi, vale a dire con l’augurio di fare vibrare una nota intima nel nostro io e nella nostra anima, nel breve istante di un momento, che però può diventare un eterno presente, la memoria del tempo.
Lorenzo Mortara (Proartile), 2015
Presentazione mostra a cura del Geom. Augusto Caravati:
CENTRO CULTURALE AUGUSTO CARAVATI
Presentazione della mostra “La memoria del tempo – Artisti Varesini”
Quando ho ricevuto la richiesta di mettere a disposizione la sala del Camponovo e il sottostante percorso museale al fine di ospitare la prima mostra d’arte che verrà organizzata in questa struttura, ho immediatamente intuito che non si sarebbe potuto cogliere occasione migliore per raggiungere numerosi obiettivi di indubbia valenza culturale e turistica.
Sicuramente il primo è quello di contribuire ad una ulteriore diffusione dell’immagine, delle potenzialità e delle attrattive del Sacro Monte di Varese: un vero e proprio gioiello dell’arte sacra nella Regione Lombardia, che – a mio avviso – non è sufficientemente apprezzato e partecipato nemmeno dai nostri concittadini per motivi che in questa sede non affronteremo.
La mostra si propone quale concreto testimone della presenza, in Provincia di Varese, di attivi e interessanti artisti figurativi, plastici e digitali che meritano maggiore diffusione ed apprezzamento delle loro opere.
L’iniziativa del Centro Culturale ha lo scopo anche di fare conoscere il “Camponovo” e il “Percorso Museale”: parti integranti del Sacro Monte inserito, come è noto, tra i siti “patrimonio dell’umanità”.
L’ex Albergo Camponovo contribuisce a determinare la fisionomia dell’abitato di Santa Maria del Monte e le fonti documentarie sembrano indicare nell’edificazione dell’ex Albergo Camponovo “il luogo della Chiesa Nuova” mai ultimata ed infine ridotta ad usi civili dalle R. R. Monache, come riporta lo Stato d’Anime del 1574.
Il suo attuale aspetto si è compiuto a seguito di trasformazioni e aggiunte che ebbero il loro completamento con la radicale ristrutturazione degli ultimi decenni dell’Ottocento conclusa con la sopraelevazione di ben due piani e il rifacimento delle facciate (1892) per adeguare l’albergo alla allora crescente domanda turistica.
Oltre questa parte “emersa” si rivelano altri ambienti “segreti” che si estendono nei sotterranei ben oltre il fabbricato principale, fin sotto la canonica e a fianco dei sottopassaggi ad uso pubblico. Qui troviamo una teoria di locali databili dall’XI secolo, testimonianza preziosa dell’evoluzione e della storia dell’antico Borgo che ancora oggi permettono di riconoscere le strade e i percorsi di allora. A questi ambienti più antichi e suggestivi, si sono aggiunte e sovrapposte ulteriori edificazioni dal XVII al XX secolo dettate perlopiù da esigenze pratiche di ricerca di spazi.
Relegati alle funzioni più umili dell’albergo, quando ancora in attività, come magazzini, depositi e lavanderia, una volta sgomberi da tutto il ciarpame, sono riapparsi straordinariamente integri, in primis sotto il profilo strutturale.
Da qui è nato il mio desiderio di portare a compimento il progetto di restauro dell’intera struttura, il quale è iniziato con una prima fase di recupero ai fini abitativi dei piani alti dell’ex Albergo, seguito dal restauro e adeguamento funzionale della sala ristorante e annessi, con l’ultimo – ma non ultimo! – intervento di restauro degli ambienti sotterranei resi fruibili al pubblico come percorso museale dedicato ad eventi culturali e spazi espositivi.
Quale migliore occasione per il Centro Culturale Camponovo che ho voluto fondare, affidandogli la missione di promuovere e diffondere le iniziative e i progetti culturali varesini, di quello di dare avvio al suo percorso con questa importante mostra in una “location” di tale interesse storico e strutturale?
Mi auguro quindi che agli artisti partecipanti venga dedicata tutta l’attenzione che, a mio avviso, meritano. Per quanto mi compete posso assicurare che questo non sarà che un primo evento cui faranno seguito altre occasioni di diversi contenuti: artistici, culturali, sociali o semplicemente di aggregazione, sempre però volti a dare vita e risalto al nostro Sacro Monte.
Augusto Caravati, 2015