“Cari ragazzi e care ragazze, stiamo vivendo una situazione difficile e a voi tutti chiediamo un atto di generoso altruismo perché so che le limitazioni, e quella che sarà la nostra vita da qui al 3 aprile, sono un sacrificio contro la vostra natura, contro il vitalismo, contro la spensieratezza tipica dell’età. Abbiamo chiuso i ritrovi serali, vi abbiamo chiesto di non fare attività sportiva, vi abbiamo detto di non ritrovarvi in gruppo in luoghi affollati, abbiamo interdetto l’accesso alle aule studio, insomma vi imponiamo un comportamento “antigiovanile”.
Certo potreste non ascoltare i nostri consigli, potreste proseguire le giornate come se nulla fosse, magari prendendovela con chi chiude i bar alle 18, con chi non vi fa allenare e così via discorrendo, ma siete sicuri di essere pronti alle conseguenze che questo comporta? Le conseguenze e i rischi che questo virus ci sta già mostrando. Siete sicuri che non vi importa del personale medico che in questi giorni sta facendo enormi sacrifici per cercare di salvare più persone possibili? Siete sicuri di saper accettare la paura che un dilagare del contagio può produrre su chi, nel fisico, non ha la vostra forza?
Sembra incredibile ripensare anche solo al mese scorso, tutto stava procedendo nel migliore dei modi: stavamo lavorando al bando “La Lombardia è dei giovani”, volevamo ampliare l’offerta internazionale sulla mobilità dei varesini e varesine, abbiamo iniziato il progetto su un grande polo di ritrovo giovanile e l’ipotesi di un campus diffuso. In tutto questo il coronavirus non c’era e, vi prego, aiutateci a far sì che non lasci cicatrici sul nostro futuro. In questo mese cercate di adottare uno stile di vita responsabile. Il Comune di Varese è a vostra disposizione se volete proporre attività agli altri ragazzi, dovete solo ripensarlo come un’area virtuale dello spazio informagiovani, scrivetemi e renderemo attuali le vostre idee. Un mese è lungo, ma non è infinito…siate la forza che sosterrà il futuro della città”.