#Community a Varese: Stefano Lanzardo e Simone Conti
La mostra rientra nel programma del Festival Fotografico Europeo 2017 ed è realizzata in collaborazione con AFI, FIF e Associazione Culturale Parentesi
Inaugurazione venerdì 17 marzo h. 19.00
La mostra è visitabile a ingresso libero dal 17 marzo al 1 aprile
Orario: dal martedi al sabato dalle 17 alle 19.30
Spazio Lavit – Via Uberti 42, Varese
Comunità è una parola in crisi di identità.
Da un lato le relazioni che si animano nelle community dei social network e che facilitano la parola non mediata dal corpo, che agevolano le prese di posizioni più radicali o i moti di romanticismo dall’empatia di plastica; dall’altro il progressivo isolarsi delle persone, costrette a passare dalla spinta competitiva dell’individualismo rampante alla decadenza della solitudine.
Migliaia di contatti singoli che nel magma delle rete diventano comunità di pensieri, necessità di riconoscersi sotto qualche bandiera, semplice voglia di appartenere ad un gruppo, con la leggerezza di poter parlare, prima ancora che confrontarsi.
Migliaia di contatti singoli che diventano corpo unico, per trasformarsi, subito dopo, in un altro corpo, con la stessa presunta forza.
Poi le comunità reali; quelle di chi sconnesso dalla rete, prova ad occupare ancora le piazze e le strade di qualche quartiere, senza percepirne più il profumo di storia o semplicemente il senso di appartenenza. Spazi urbani che ospitano identità silenziose; luoghi che hanno perso la funzione di raccogliere le voci, i pensieri, il gusto e la fatica del confronto.
Identità, quindi, che cercano un rifugio e che, a volte, lo trovano nei processi fluttuanti della rete.
Da queste considerazioni è partita la riflessione della mostra #community che nel corso dell’ultimo anno è stata ospitata in diverse città toscane e non.
Due degli artisti protagonisti di #community si confrontano allo Spazio Lavit di Varese per sviluppare – attraverso linguaggi e percorsi differenti – le loro visioni contemporanee.
La dimostrazione – laddove necessario – che anche nelle comunità artistiche le differenze possono diventare un valore e aiutarci a cogliere le diverse sensibilità espressive con occhi che guardano alla visione generale.
(Andrea Zanetti)