Oggi passeggiamo all’interno dell’incantevole parco di Villa Torelli Mylius, raggiungibile in pochi minuti a piedi dal centro storico di Varese. Una Villa imponente che svetta sulla sommità del colle dei Miogni, aree attrezzate, area giochi per bambini senza barriere architettoniche (parco inclusivo), campi da tennis, un piccolo punto di ristoro, ma soprattutto tanto verde in cui passeggiare e sostare, godendo della natura in uno dei parchi più belli della “città giardino”. A chi apparteneva questa bellissima villa? A chi deve il nome? Facciamo un tuffo nel passato e cerchiamo di capire. Di proprietà dei Padri Gesuiti di Varese, utilizzata come semplice dimora agricola e per la pastorizia, dai documenti catastali si evince che nel diciottesimo secolo l’attuale sito dove si trova la Villa era la casa del massaro con l’orto. Dopo successive espropriazioni, spartizioni e passaggi di proprietà, nei primi anni dell’ottocento la dimora agreste viene trasformata in Villa a cura dei due fratelli di Francesco Torelli, un notabile del tempo, e, agli inizi del novecento, viene acquistata dal Cavaliere Giorgio Mylius, ricco industriale nel campo della tessitura, il quale si occupa di arricchirla e impreziosirla. Insieme alla Villa, anche il giardino subisce molteplici trasformazioni. Nei primi dell’ottocento l’area verde antistante la Villa era un parterre all’italiana, trasformato nei primi del novecento nell’attuale giardino paesaggistico romantico di oltre ventimila metri quadri, con tanto di alberi secolari (tra cui sequoie, querce, aceri, salici e cedri). In successione ereditaria, la Villa passa ai numerosi eredi del Cavaliere Mylius, i quali la vendono all’industriale Achille Cattaneo. Nel 2007 viene donata al Comune di Varese dalla Fondazione Cattaneo. E l’anno successivo il magnifico parco viene aperto al pubblico. Chissà, magari un domani anche l’interno della Villa sarà visitabile, e forse sarà possibile addirittura fare un tuffo nella piscina del Porcinai, dalla forma curiosa e molto discussa, che fa capolino alle spalle della Villa.
A cura di Barbara Pigoli, una milanese a Varese
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