Si sono da poco concluse le festività natalizie che alcuni bambini hanno trascorso tra le mura dell’Ospedale Del Ponte di Varese. Emanuela Crivellaro del Ponte del Sorriso ci spiega come si è svolto questo periodo per i piccoli pazienti.
Un papà e una mamma che si sono ritrovati a dover trascorrere le festività natalizie in reparto hanno voluto inviare una mail di ringraziamento alla fondazione Il Ponte del Sorriso, che si conclude così: “… a parte il dispiacere di avere un bimbo malato, aggiungiamo il fatto che passare Natale in ospedale fa venire tristezza , ma da subito arrivare in reparto e vedere questi colori, l’accoglienza di tutti, dal personale ospedaliero ai volontari, tutto e tutti hanno reso questi giorni di degenza piacevoli e questo Natale, per assurdo che sia, rimarrà un bel ricordo…”
Il giorno di Natale la Pediatria si è trasformata in un laboratorio di magia, grazie al volontario Walter Maffei, che ha portato giochi e intrattenimenti che hanno incantato grandi e piccini.
Il 6 gennaio, invece, alle ore 10.00, è arrivata la Befana, soccorsa dai Vigili del Fuoco che l’hanno trovata stanca e stremata dalla lunga notte passata a portare dolci ai bambini.
Aveva smarrito persino la scopa e non sapeva più come avrebbe potuto raggiungere i bambini del Ponte del Sorriso. Con l’autoscala i Pompieri l’hanno condotta fino al quarto piano e ha potuto entrare dalla finestra direttamente in sala giochi, dove erano ad attenderla tanti bambini, ai quali ha distribuito calze ricolme di caramelle e leccornie.
Un’iniziativa che si ripete ormai da tanti anni, grazie alla disponibilità dei Vigili del Fuoco e dell’ing. Domenico Tesoro. Ad accogliere la simpatica vecchina, che indossava un paio di calze di due colori diversi, vi erano il Direttore Generale dr. Callisto Bravi, il prof. Luigi Nespoli, medici ed infermieri e i volontari del Ponte del Sorriso.
Due momenti, quello di Natale e quello dell’Epifania, di spensieratezza ed allegria che permettono ai bambini di superare l’esperienza della malattia, evitando di far loro provare quella sensazione di malinconia per aver lasciato la propria casa e i propri amici e aiutandoli a guarire giocando.
Due momenti che, come dicono i due genitori, lasceranno, “per assurdo che sia, un bel ricordo”.